Articolo tratto da Rassegnati, la newsletter di Elisa Belotti.

GenderLens ha stilato e continua ad aggiornare una lista con tutte le scuole italiane che hanno adottato la carriera alias. Da qualche giorno, nella sezione relativa a Brescia e provincia, c’è un nuovo istituto: il Beretta di Gardone VT. È la terza scuola della zona ad aver introdotto la carriera alias.
I dati del report Youth di ILGA Europe parlano chiaro. La scuola è il secondo luogo meno sicuro per le/i giovani LGBTQ+. Tra il 15% (età 15-17) e il 12% (età 18-24) delle persone queer ha pensato di lasciare o cambiare istituto perché LGBTQ+. Le percentuali maggiori riguardano le persone trans (tra il 20% e il 30%). Anche il report Trans and non binary briefing, sempre di ILGA Europe, mostra dei dati allarmanti. Più di un terzo (34,43%) delle persone trans e non binarie ha subito discriminazioni da parte del personale scolastico e universitario.
C’è chiaramente un’emergenza, sia in termini di sicurezza che di benessere delle persone queer nei luoghi di istruzione. Tra esse, quelle trans subiscono uno stigma più accentuato. In questo contesto la carriera alias può essere un utile strumento per la tutela delle/dei giovani trans.

Di cosa stiamo parlando?
La carriera alias è un accordo interno e privato tra la scuola, l’università o l’accademia e lo studente o la studentessa affinché si possa usare un’identità alias che corrisponde all’identità di genere della persona, non ai documenti anagrafici, all’interno dei contesti d’istruzione. Quindi da un lato lo studente si impegna a non utilizzare il badge e l’identità fornita dall’istituzione scolastica all’esterno perché si tratterebbe di illegalità e falso. Dall’altro la scuola si impegna a proteggere l’identità dello studente tenendo appunto per sé i dati anagrafici e facendo sì che lo studente possa utilizzare in tutti gli spazi la sua effettiva identità, il suo nome e i suoi pronomi.
Questa misura attutisce quindi il minority stress delle persone trans che non hanno i documenti rettificati, cioè con il nome e il genere d’elezione. L’intervista a Giona Dagnese, attivista trans, disabile e omosessuale, lo illustra nel dettaglio.
“Si può spiegare quale sia l’effetto positivo della carriera alias, che valida la persona trans, la fa sentire vista e le toglie un carico mentale notevole da dover gestire, come i misgendering quotidiani. È però più semplice far capire quanto sarebbe problematico togliere la carriera alias.
Ci sono tantissime persone che senza questo strumento si troverebbero sul registro elettronico, all’appello, sul display, agli esami, in aule universitarie con centinaia di persone chiamate con un nome diverso da quello che è il loro, che utilizzano, con cui sono note da compagni e colleghi. Si troverebbero in una situazione di continuo disagio quando in un ambiente di studio il nostro unico focus dovrebbe essere lo studio, l’apprendimento e la crescita personale. L’interazione con gli altri diventa difficile se non impossibile. Motivo per cui il tasso di abbandono scolastico per le persone trans è e diventerebbe ancora più alto”.

Regione Lombardia VS la carriera alias
Regione Lombardia ha però formulato una mozione, voluta da Fratelli d’Italia, per bloccare la carriera alias nelle scuole perché provocherebbe “una serie di gravi problemi giuridici, psicologici e sociali rischiando di danneggiare gli stessi studenti richiedenti”.
La mozione è stata ritirata a luglio e poi ripresentata a settembre. Sarebbe dovuta essere oggetto di discussione il 12 settembre, ma è stata rimandata. Verrà ripresa, stando ai desideri di FdI, a fine mese. Sul sito di Regione Lombardia è possibile seguire l’iter della mozione (n. 36) e leggere il testo ufficiale.
L’11 settembre associazioni e persone LGBTQ+ o alleate hanno organizzato un sit-in a Milano, davanti alla sede del Consiglio Regionale. Studenti e studentesse trans, insegnanti e famiglie si sono riunitə per rivendicare il diritto allo studio e al benessere di tuttə, in particolare persone trans.

Come attivare la carriera alias a scuola?
Sei un’insegnante, un genitore o un membro della classe e vuoi attivare la carriera alias nella tua scuola? Innanzitutto controlla che non sia già presente. GenderLens, un’associazione che si occupa del benessere delle persone trans, ha fatto il censimento di tutte le scuole d’Italia in cui è presente la carriera alias. Al momento sono 232.
Se il tuo istituto non rientra in questa lista, l’associazione mette a disposizione alcune risorse per avviare la procedura:

  • una proposta di regolamento scolastico per la Carriera alias come suggerimento per i Consigli d’Istituto che volessero attivarla;
  • un esempio di modulo di richiesta per la carriera alias da presentare alla dirigenza scolastica da parte di studenti/studentesse maggiorenni o dalla famiglia nel caso di persona minorenne.
  • In generale per maggiori informazioni si può scrivere all’indirizzo mail dell’associazione: info@genderlens.org.

Esiste anche una lista delle università italiane in cui è attiva la carriera alias. Al momento sono 46 e il conteggio è stato fatto da Infotrans.

Elisa Belotti per Assenze Ingiustificate

Una replica a “La carriera alias: uno strumento per stare bene a scuola”

  1. […] non binary spiega inoltre che “le scuole che hanno la carriera alias per gli studenti sono ancora poche. La carriera alias è un accordo interno e privato tra la scuola, l’università o l’accademia e […]

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